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stretching: tutto 

quello che devi sapere

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quello che devi sapere

Il termine stretching proviene dall’inglese to stretch, che significa allungamento, stiramento, e rappresenta la metodica di allenamento che viene utilizzata per migliorare la flessibilità muscolare attraverso l’esecuzione di esercizi, semplici o complessi, di stiramento.

Non sai mai quando allungarti, quale esercizio sia meglio fare. Lo stretching è una disciplina, ma per godere dei benefici, gli allungamenti devono essere eseguiti correttamente. Per questo si cerca di capire come, quando e cosa eseguire.


Evita i dolori muscolari dopo l’attività fisica? E’ davvero così utile? Molte idee sbagliate, altre giuste, tante incertezze. Vediamo di fare un po’ di chiarezza…

VERITA’ E FALSI MITI

Negli ultimi anni si è sentito sempre più parlare dei beneficidati dallo stretching, ma come tutte le cose alcune affermazioni si sono rivelate poco corrette o in alcuni casi delle vere e proprie bufale.


Certamente possiamo dire che in generale praticare allungamento migliora il nostro benessere fisico e il nostro recupero dopo aver fatto attività, quindi non è inutile, ma speso viene utilizzato nel modo sbagliato. Lo stretching dopo un allenamento o una gara aiuta a rilassare i muscoli che saranno tesi e contratti ma è necessario attendere un’ora dopo la fine dell’attività o addirittura il giorno dopo perché il muscolo deve avere tempo di rilassarsi abbassando le tensioni muscolari. Si vede poi spesso, anche in qualche competizione sportiva trasmessa per TV, atleti intenti a fare stretching prima di iniziare l’attività fisica. Questo è molto sbagliato perché richiedere al muscolo un allungamento “a freddo” può essere rischioso. E’ sempre necessario riscaldare la temperaturacon qualche esercizio di mobilità prima di distenderlo profondamente.


Un falso mito da sfatare è quello che lo stretching evita l’indolenzimento muscolare. C’è poco da fare, quando si stressa fortemente un muscolo si creano delle microlesioniche certamente i giorni seguenti all’esercizio fisico ci faranno sentire la famosissima “carne greve”. Non solo l’allungamento non aiuta ad affievolire questo fastidio ma a volte lo amplifica, un eccesso di allungamento su un muscolo rigido può aumentare il fastidioso dolore muscolare.



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TIPOLOGIE DI STRETCHING

Possiamo identificare 4 famiglie principali di esercizi di allungamento muscolare, usati ora e in passato:


- Stretching Statico: Prevede che il muscolo sia allungato fino a dare un disagio moderato e quindi mantenuto nella posizione allungata, tipicamente per trenta secondi.

- Stretching dinamico: Consiste di movimenti dolci e ripetitivi, come slanci della gamba (frontali o laterali) o affondi, in cui l’escursione del movimento è aumentata progressivamente, rimanendo sempre nei limiti dell’assenza di fastidio e dolore

- Stretching Balistico: Richiede di raggiungere una posizione di allungamento del muscolo e da qui eseguire dei movimenti bruschi o a rimbalzo per aumentare l’ampiezza del movimento. E’ una pratica generalmente sconsigliata agli amatori, in quanto un allungamento eccessivo può portare facilmente all’infortunio, se non monitorato correttamente.

- Stretching isometrico: E’ un metodo terapeutico usato generalmente in riabilitazione o nel trattamento di pazienti dopo un infortunio traumatico, che richiede l’intervento di un istruttore preparato. Ci sono varie tecniche, ma tipicamente implica la contrazione ed il rilassamento di un muscolo mantenuto isometricamente in posizione allungata. E’ un metodo usato da numerosi atleti professionisti, che tuttavia sembra essere poco praticato fra gli amatori a causa della necessità di una supervisione


Ora che ti abbiamo dato qualche utile indicazione sullo stretching potrai stilare le tue conclusioni, se hai praticato stretching statico fino ad oggi senza particolari problemi, probabilmente puoi continuare a farlo in sicurezza, magari mettendo in pratica qualche consiglio che hai trovato in questo articolo, se invece hai avuto pochi o nessun miglioramento nel praticare allungamento fino ad ora potresti trovare lo spunto per cambiare la tua metodologia, magari parlandone anche con il tuo fisioterapista di fiducia.


Buon Trail!


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